Versatili, sane e sostenibili. Ecco perché le patate sono buone anche per l’ambiente.
La patata è un alimento sostenibile? Sì, e non solo perché esistono mille modi per riutilizzarne la buccia. A rendere questo tubero imbattibile in termini di impatto ambientale sono soprattutto il ridotto fabbisogno idrico e la bassa impronta di carbonio. Per farsi un’idea: la super inquinante carne rossa si posiziona in testa alla classifica dei cibi con il più alto tasso di emissioni di C02 per chilo di prodotto con ben 129.75 kg (CO2eq), sotto di diverse posizioni troviamo il petto di pollo con 9.27kg (CO2eq), gli spaghetti, invece, si attestano ad un più accettabile 1,65kg mentre le patate si posizionano ultime con solo 0.21kg di emissioni per chilo (Fonte: Pnas.org).
Patate al posto del riso, la strategia cinese per la sostenibilità
Basti pensare che nel 2015 il governo cinese ha attuato una strategia nazionale denominata "Potato as staple food" (Patata come alimento base) per migliorare la sicurezza alimentare attraverso un aumento nella produzione e nel consumo di patate in tutta la Cina. In realtà questa strategia sembrerebbe giovare non solo in termini di soddisfazione del fabbisogno alimentare del Paese, ma soprattutto in un’ottica di preservazione dell’ambiente e minimizzazione delle cause del riscaldamento climatico. Secondo uno studio pubblicato su Nature Food, se in Cina si passasse da un’alimentazione basata sul consumo di riso ad una maggiormente incentrata su quello di patate, si produrrebbero diversi benefici da un punto di vista ambientale e climatico.
Nello specifico, si registrerebbe una diminuzione nelle emissioni di gas serra prodotte dagli alimenti di base (fino al 25% in meno) e un minor sfruttamento delle risorse idriche (-17%). Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che un aumento della coltivazione e del consumo di patate ridurrebbe la superficie totale utilizzata per l'agricoltura di base di circa il 17% entro il 2030, anche tenendo conto del crescente fabbisogno calorico del Paese. I risultati della ricerca dimostrano quindi che, rispetto a grano, riso e mais, la patata ha un impatto inferiore sull’ecosistema ed è pertanto la coltura più sostenibile in termini di consumo del suolo per calorie prodotte, limitato utilizzo di acqua e ridotto impatto ambientale per quel che riguarda la CO2 immessa nell’atmosfera.
Ancora più sostenibili con il Residuo Zero
Anche il progetto “Patate a Residuo Zero”, iniziato nel 2019, ha avuto come punto di partenza l’analisi dei punti critici nella coltivazione delle patate e conseguentemente la sperimentazione di una serie di interventi migliorativi nel quadro della sostenibilità ambientale, economica e della innovazione. Da questo progetto sono nate le patate èVita Residuo Zero di Romagnoli F.lli Spa, ottenute attraverso il connubio di varietà naturalmente tolleranti alle principali fitopatie e pratiche agricole codificate che consentono di ridurre al minimo i trattamenti chimici in fase di coltivazione e utilizzare molecole chimiche a bassissima residualità. Questo percorso verso una maggiore sostenibilità ambientale ha permesso di ottenere un prodotto che equilibra la difesa della coltura, la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, e la salute delle persone.
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