Quello agricolo è un settore sempre più dinamico e innovativo, che richiede conoscenze specifiche e competenze qualificate.
Gli investimenti in ricerca, le nuove tecniche di produzione e i moderni sistemi di monitoraggio interconnessi, fanno di questo settore un comparto ad alto tasso d’innovazione, capace di attrarre numerosi professionisti, anche tra le nuove generazioni. Basti considerare che negli ultimi 5 anni gli imprenditori agricoli under 35 sono aumentati del 12% e, con oltre 56 mila giovani alla guida di imprese del comparto, l’Italia detiene il primato nell’Unione Europea (analisi Coldiretti su dati Infocamere, 2020).
Lo conferma anche l’elevato numero di domande pervenute in risposta al bando Ismea – oltre 1.700 – relativo alla messa a disposizione di circa 400 terreni agricoli lungo tutta la Penisola, estesi per 10 mila ettari complessivi, a condizioni favorevoli per gli under 41.
Oltre che per la capacità del settore di innovare e innovarsi, l’interesse dei giovani per la terra risulta oggi inevitabilmente connesso alle conseguenze economiche e sociali dettate dall’emergenza Covid-19. Con lo stop forzato di molte attività e la chiusura definitiva di alcune di esse, molti lavoratori si sono messi alla ricerca di nuove opportunità in altri settori che, meno di altri, stanno subendo gli effetti della crisi o che non si sono fermati neppure nella fase più critica dell’emergenza.