La transizione verso un futuro più sostenibile è sostenuta anche dalle piccole azioni e scelte quotidiane compiute da ciascuno. Gli italiani ne sono consapevoli e si dicono pronti a cambiare i propri stili di vita e le abitudini di consumo.
È lo scenario delineato dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, che ha indagato le opinioni di oltre mille responsabili d’acquisto tra i 18 e i 65 anni.
L’indagine rivela che nel corso del 2020 l’importanza attribuita ai temi ambientali è diminuita soltanto per il 4% degli italiani, a fronte di un 33% per cui è aumentata e del 27% dei consumatori per il quale queste tematiche erano e continuano a essere prioritarie anche nel post-pandemia.
La maggiore attenzione all’ambiente coinvolge diversi ambiti della quotidianità, dalla scelta di utilizzare regolarmente mezzi di trasporto green (39%) e di ridurre gli sprechi alimentari (81%) fino ad arrivare alla selezione dei prodotti da mettere nel carrello: più della metà degli italiani (il 54%) dichiara che nel corso del 2021 acquisterà regolarmente prodotti realizzati in modo sostenibile, locali e a chilometro zero (50%) e alimenti biologici (51%).
Fondamentale nelle scelte d’acquisto è il packaging, la cui sostenibilità è il principale driver di scelta degli alimenti per 1 italiano su 4. Nei prossimi 12 mesi il 59% dei consumatori prevede di mettere regolarmente nel carrello prodotti in pack sostenibili, mentre il 14% avrebbe già smesso di acquistare beni per la presenza di confezioni non eco-friendly. Per gli italiani, le caratteristiche dei pack che più incidono sulle scelte di acquisto sono l’assenza di overpackaging (55%), la riciclabilità (43%), la presenza di materie prime provenienti da fonti rinnovabili oppure a emissioni ridotte di CO2 (43%) e l’impiego di materiali compostabili o biodegradabili (41%).
Per compiere scelte sostenibili e attuare quella necessaria e virtuosa transizione verso uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente e delle sue risorse, è necessario agire in modo consapevole. Su questo tema però, gli italiani ritengono di non avere informazioni sufficienti per valutare la sostenibilità di un prodotto (26%) e vorrebbero saperne di più (64%).
In questa nuova “normalità”, fatta della necessità di ottenere nuove rassicurazioni legate alla sicurezza di ciò che si acquista, di nuove speranze e di un timido ottimismo, l’attenzione verso l’impatto ambientale delle proprie azioni si conferma prioritaria, non indebolita ma anzi rafforzata dall’emergenza sanitaria.
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