Trascorrendo del tempo all’aria aperta, osservando i fiori che popolano i prati e le piante che crescono rigogliose nelle campagne, abbiamo familiarizzato con api, bombi, formiche, farfalle e tanti altri piccoli animali diurni.
Ma cosa succede al calare del sole? Quando la luce lascia spazio al buio, i campi si popolano dei cosiddetti insetti notturni, un vero “esercito della notte” che lavora instancabilmente per favorire l’impollinazione, limitare l’azione dei parassiti ed esercitare numerose altre funzioni che contribuiscono a tutelare l’ecosistema. Conosciamone alcuni.
Falene. Simili nell’aspetto alle farfalle, con le quali condividono l’appartenenza alla famiglia dei lepidotteri, le falene si differenziano visibilmente dalle prime per i colori poco vivaci che le caratterizzano e per la peluria che copre il corpo, il capo e le ali. La dieta di queste insaziabili farfalle notturne è composta principalmente da residui di materiale organico appartenenti a piccoli insetti, dalla corteccia degli alberi e dal nettare prodotto dai fiori, abitudine alimentare – quest’ultima - che rende le falene fondamentali per la riproduzione vegetale.
Cicale. Se non vi è mai capitato di vedere una cicala, ne avrete sicuramente udito il canto: continuo e gracchiante, quasi metallico, viene emesso dai maschi per richiamare le femmine all’accoppiamento. La presenza di questi insetti, oltre che dall’inconfondibile suono, è evidenziata dai percorsi tracciati dalle formiche. Queste, infatti, sono ghiotte delle sostanze zuccherine rilasciate dalle cicale quando si nutrono della linfa dell’albero – loro principale alimento. Proprio perché sottraggono nutrimento alle piante, sono potenzialmente dannose per le colture.
Cervi volanti. Appartenenti alla grande famiglia dei coleotteri, i cervi volanti devono il loro bizzarro nome alle grandi mandibole – arcuate e appuntite, caratteristiche degli individui maschi – che ricordano, appunto, le corna di un cervo. Amano la frutta ben matura, ma si nutrono principalmente di vegetali in decomposizione e della linfa zuccherina presente nel tronco di querce, pioppi e castagni. Nonostante l’aspetto minaccioso dovuto alle grandi mandibole, i cervi volanti sono innocui sia per l’uomo che per le coltivazioni.
Lucciole. Sapevate che in tutto il mondo sono state identificate circa duemila specie di lucciole? Questi insetti hanno da sempre affascinato l’uomo per via della bioluminescenza, cioè la capacità di emettere energia luminosa, funzionale all’accoppiamento. Sono amiche degli agricoltori poiché si nutrono di lumache, chiocciole e altri piccoli animali dannosi per le coltivazioni. Purtroppo, a causa dell’inquinamento luminoso, dei pesticidi e della distruzione del loro habitat naturale, le popolazioni di lucciole stanno drasticamente diminuendo.
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