Romagnoli Spa ha chiuso il 2019 con un fatturato pari a 44,5 milioni di euro, segnando un incremento del +33,5% rispetto all’anno precedente.
Un risultato importante per la nostra azienda che, nell’ultimo anno, ha registrato anche l’aumento del +8% delle quantità di patate commercializzate (da seme, consumo e trasformate) superando le 60.000 tonnellate e ha continuato a crescere all’estero (6% del fatturato).
La nostra performance nel corso del 2019 ha avuto riflessi positivi anche sul fronte dei prezzi delle patate consegnate in conto deposito nell'ambito dell'Accordo Quadro: alla 1° qualità è stata riconosciuta la cifra di 350 euro alla tonnellata con un incremento del +3% sui valori di liquidazione sulla campagna 2018.
“Lo straordinario risultato raggiunto nel 2019 rappresenta per noi la conferma che la direzione intrapresa è quella giusta - sottolinea Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli Spa. Puntare su qualità, sostenibilità e innovazione è il nostro modo di guardare al futuro in maniera consapevole, con l’obiettivo di condividere con l’intera filiera, dal produttore al consumatore, un impegno che si concretizza in prodotti di eccellenza. Dalle nuove varietà resistenti ai principali agenti patogeni, al Residuo Zero, dall’adozione di packaging sostenibili per l’ambiente, alle certificazioni per la sicurezza e la qualità dei processi di lavorazione e confezionamento dei prodotti, abbiamo strutturato un sistema sinergico di azioni - conclude Romagnoli - che per noi rappresenta l’unica via possibile per guidare un cambiamento positivo continuando a crescere”.
Tra le tipologie di prodotti più venduti, il 2019 ha confermato il successo delle patate Selenella® e della Patata di Bologna Dop, marchi che incontrano sempre maggiore gradimento da parte dei consumatori, grazie ai valori di qualità, territorialità e sostenibilità su cui si fondano i due consorzi, di cui noi siamo soci fondatori.
Risultati più che positivi sono stati ottenuti anche sul versante della certificazione Global Gap delle aziende agricole nelle filiere produttive, con l’80% delle aziende e il 90% della produzione certificate.