Per quanto all’apparenza simile, la patata dolce presenta molte differenze con le patate comuni, non ultimo il tipico sapore dolce. Ecco quali sono le loro caratteristiche e come sono arrivate fino a noi.
La patata americana, o ipomoea batatas - coltivata da millenni in Centro America, tra Messico e Venezuela - è giunta in Europa dal Nuovo Mondo dopo le esplorazioni di Cristoforo Colombo. Nei secoli successivi, il suo utilizzo, assieme a quello della ‘cugina’ patata gialla, si è diffuso in Europa principalmente come risorsa contro le carestie che flagellavano la popolazione. Perché queste radici tuberose raggiungano la popolarità di cui godono oggi, bisognerà aspettare il XIX secolo, quando inizieranno ad essere apprezzate per le loro proprietà culinarie oltre che per quelle ornamentali per cui erano conosciute fino a quel momento. Sempre in questo periodo, i veneti emigrati in Sud America, venuti a conoscenza dell’ortaggio, lo resero famoso in Italia con il nome di ‘patata americana’.
Le batatas si presentano con una polpa di colore arancione, giallo o violaceo. Dal punto di vista botanico appartengono alla famiglia delle Convolvulaceae, mentre le patate comuni a quella delle Solanaceae. Il loro caratteristico sapore dolce, analogamente a quanto accade per esempio con la zucca, le rende versatili alleati in cucina, adatti a ricette sia dolci che salate.
Oggi le patate americane sono coltivate anche in Italia. Ad Anguillara Veneta, ad esempio, si coltiva una varietà De.Co. a buccia e polpa gialla caratterizzata da un gusto particolarmente dolce: la Patata Americana Dolce De.Co. di Anguillara Veneta.
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